Dopo vari posticipi e complicazioni organizzative, decidiamo di partire Venerdì 10 maggio, con previsioni meteo che lasciano ben sperare almeno per il Sabato successivo.
Ci ritroviamo a Pegli sotto un cielo minaccioso (!!!), e partiamo alla volta di Saas Fee. Qualche goccia qua e là, uno sprazzo di deciso sereno a Domodossola poi più coperto a Saas Fee.
Visti gli zaini particolarmente “ponderosi”, ci affidiamo all’unica corsa disponibile della funivia per il Felskinn (ore 16:30) che ci proietta - in pieno inverno, sotto una fitta nevicata e con scarsissima visibilità - a quota 2900.
Fortunatamente da lì alla Britannia il percorso è tracciatissimo e quindi in circa 1 ora giungiamo al rifugio nelle cui immediate vicinanze, viste le condizioni meteo, decidiamo di piantare le tende. Per scrupolo chiediamo il permesso al gestore, certi di fare una domanda retorica, ma … non abbiamo fatto i conti con la “retorica” Svizzera: pare sia obbligatorio mettere le tende ad almeno 500 metri dalla struttura, “..c’est le réglement, messieurs”, e non vi sono eccezioni possibili!
Dopo un breve momento di scoramento decidiamo quindi di scendere verso il ghiacciaio, dove avevamo in programma di accamparci prima di essere colti dal maltempo.
Cercando di orizzontarci nella nebbia troviamo un “promontorio morenico” che sembra sicuro, circa 100 metri di dislivello sotto il rifugio. Ci “spianiamo” l’accampamento a forza di scarponi e pala e “hic manebimus optime”: oltre non sarebbe stato possibile vista la nevicata, la fitta nebbia e l’ora.
Organizzato il campo, fuoco ai fornelli e meritato riposo. Durante la notte cerchiamo di difenderci al meglio, senza un completo successo, dal freddo e dalle continue raffiche di neve.
Alle 4:00 suona la sveglia. Il cielo è stellato pertanto, dopo una frugale colazione, ci mettiamo in marcia verso il ghiacciaio dell’Allalin.
Dopo circa un’ora di marcia il bel tempo ci mostra le nostre mete in “gran spolvero” ...
E intanto, alle nostre spalle qualcuno ci sprona …
Dopo più di un'ora, a quota 3250, prima sosta.
Il gruppo si divide: Matteo, Lorenzo e Barbara prendono a sinistra, alla volta dello Strahlhorn mentre Giorgio, Manuela e Stefano si dirigono verso il Rimpfischhorn.
Il Rimpfischhorn
Giunti all'Allalinpass, ci accoglie un paesaggio straordinario, complice la fantastica luce che ci regala la finestra di bel tempo.Dopo una breve sosta ripartiamo verso l'ultimo lungo tratto: superiamo due bastionate rocciose, con un lungo traverso e perdendo un po’ di quota ed un ultimo pendio un po’ più ripido ci conduce alla spalla a quota 4009.
A quel punto, terminata la parte scialpinistica, rimane "solo" da risalire e percorrere la cresta per raggiungere la vetta ma sofferte considerazioni di ordine pratico ci spingono a scegliere di non proseguire.
La foto di rito viene fatta, quindi, al cospetto del gruppo del Rosa, sullo Rimpfischattel battezzato per l’occasione “vetta scialpinistica” del Rimpfischhorn.
A seguire bella discesa dalla spalla, breve risalita all'Allalinpass e di nuovo la discesa verso le tende, con neve per lo più ottima su tutto i percorso.
Arrivati alle tende in una fitta nebbia, veniamo raggiunti poco dopo dal resto del gruppo.
Lo Strahlhorn
Dalla quota 3250, presso un ciclopico monolite da Odissea nello Spazio inizia la lunga salita verso l’Adlerpass su ampi pendii mai ripidi. Si guadagna quota piuttosto lentamente ma con costanza.Un po’ infastiditi dal vento che chiude quasi subito le tracce, arriviamo qualche decina di metri sotto il valico dove alcuni francesi sono affaccendati nella ricerca, pare non semplice, del passaggio verso la lontana Monterosahutte.
Con due/tre diagonali passiamo sotto alcuni seracchi suggestivi e non molto minacciosi. Più avanti ci accoglie un lungo piano inclinato che risaliamo con passo non certo da bersagliere ma costante.
Un po’ sgranati arriviamo a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla cima, pronti per la rampa finale e l’ultimo brevissimo tratto, percorso a piedi, fino alla croce di vetta.
Eccezionale la vista sulla Est del Rosa e sui 4000 della zona Cervino-Rosa-Sempione.
Foto di rito e giù per neve a dir poco splendida, polvere su fondo ben compattato fino a 3200, poi su neve primaverile (nella nebbia) che ci accompagna fino alle tende dove troviamo i compagni di gita.
Smontiamo il campo ed affrontiamo l’ultima fatica: la risalita al Britannia e i “comodi” traversi fino all’Egginerjoch da dove la pista ci riporta alla stazione a monte della funivia per il ritorno a valle.
La nostra due giorni in sintesi: ottima compagnia, tempo bello e scenario meraviglioso durante le salite e … qualche difficoltà meteo/logistica a mettere il giusto pepe sul tutto!
partecipanti:
Barbara Bonfadini (Strahlhorn)
Lorenzo Ghiggini (Strahlhorn)
Matteo Graziani (Strahlhorn)
Giorgio Maddalena (Rimpfischhorn)
Manuela Pecorini (Rimpfischhorn)
Stefano Carroggio (Rimpfischhorn)
by Giorgio Maddalena